Le emozioni, il mondo che ci portiamo dentro

Le emozioni

Esploriamo alcuni punti da cui partire per capire meglio le nostre emozioni, i meccanismi che le regolano e ciò che viviamo. Stiamo attraversando un momento difficile a livello mondiale e questa nuova condizione di vita inevitabilmente ha ripercussioni su ciascuno di noi, a più livelli. Cambiano le abitudini, siamo a casa con i nostri familiari tutto il giorno o magari siamo in isolamento assoluto, lavoriamo da casa, l’umore è ballerino, la preoccupazione è altissima per ciò che sta accadendo o ancora siamo semplicemente molto frustrati per le rinunce a cui stiamo facendo fronte.

Per poterci prendere cura di noi e dei nostri cari dal punto di vista emotivo, e non solo, in questo momento può essere utile tenere a mente alcune caratteristiche delle emozioni e dei meccanismi che le regolano.

La capacità di essere resilienti infatti passa attraverso l’esplorazione dei nostri vissuti e in alcuni casi anche attraverso la conoscenza razionale dei meccanismi psichici che si stanno dispiegando nel nostro mondo interno.

A cosa servono le emozioni

Le emozioni da sempre caratterizzano l’esperienza degli esseri umani e la arricchiscono. Si tratta di fenomeni psichici che per natura l’uomo vive attraverso il corpo. Hanno un alto valore adattivo oltre ad essere la base della nostra esperienza psichica.

Le emozioni ci segnalano :

  • cosa è piacevole per noi
  • cosa è spiacevole
  • da cosa o da chi dobbiamo star lontani perché fonte di dolore o pericolo
  • cosa ci manca
  • quali sono gli elementi di novità nel nostro scenario.

Noi abbiamo consapevolezza di una emozione anche perché è il nostro corpo a inviarci segnali che ricolleghiamo ad una data emozione. Per questo motivo si dice che le emozioni sono un fenomeno al limite tra la dimensione psichica e la dimensione somatica.

Sensazioni fisiche di leggerezza o pesantezza, la temperatura corporea o sensazioni di caldo o di freddo in alcune parti del corpo, il battito cardiaco accelerato, il respiro corto, sono tutti elementi che istintivamente siamo abituati a codificare nell’esperienza quotidiana. Tutti questi segnali costituiscono la componente somatica dell’esperienza che facciamo delle emozioni, mentre le proviamo.

Le emozioni hanno un importante impatto sul nostro modo di interpretare il mondo e di muoverci nelle relazioni e nelle interazioni quotidiane.

10 punti per orientarsi nel mondo delle emozioni

Esistono dei meccanismi psichici e fisiologici che governano le emozioni e il modo in cui le viviamo. Proviamo a vederne alcuni:

  1. Siamo istintivamente portati a ricercare esperienze o eventi in cui proviamo emozioni piacevoli. Strutturiamo le nostre difese inconsce al fine di evitare le emozioni più scomode o che ci spaventano di più.
  1. Esistono delle emozioni di base, anche dette primarie. Tra queste troviamo la rabbia, la paura, la tristezza, la gioia, la sorpresa, il disprezzo e il disgusto. Queste emozioni sono rintracciabili in tutti gli esseri umani mentre le emozioni secondarie sono riconducibili alla cultura e all’esperienza fatta nelle interazioni con gli altri. Appartengono a questa categoria l’invidia, la vergogna, l’ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, l’offesa, la nostalgia, il rimorso e la delusione.
  2. Non tutte le emozioni sono parte della nostra esperienza cosciente. Proprio per la nostra tendenza ad evitare le emozioni meno piacevoli, spesso i meccanismi di difesa non permettono ad alcune emozioni di diventare consapevoli. Questo però non vuol dire che non abbiano un effetto sul nostro mondo interno.
  3. E’ possibile vivere più emozioni insieme, alle volte anche emozioni contrastanti tra loro. Questo accade perché le implicazioni di un evento possono essere molteplici e creare effetti dentro di noi a livelli diversi.
  4. Sempre in relazione allo stesso evento possiamo provare emozioni differenti in momenti diversi. Spesso il primo meccanismo di difesa rispetto ad una esperienza è di negare una emozione fastidiosa o spaventosa non sentendo nulla o provando emozioni che vanno in direzione contraria. Nel tempo i meccanismi di difesa utilizzati possono modificarsi e di conseguenza possiamo provare emozioni diverse o la medesima emozione con diversa intensità.
  5. Le emozioni sono un evento al limite tra il fisico e il somatico, lo abbiamo accennato prima. Solitamente l’esperienza interna che viviamo provando una emozione ha un inizio, un’apice e una fine. Se proviamo a rappresentare questo fenomeno possiamo immaginare un’onda. Tutte le emozioni sia quelle piacevoli che quelle meno piacevoli hanno questa natura. Il corpo e la mente si attivano mentre proviamo una certa emozione e poi sottili meccanismi fisiologici/mentali permettono all’onda emotiva di decrescere fino a placarsi. Può succedere comunque di aver paura delle emozioni stesse per timore che non abbiano fine, questo accade sopratutto per le emozioni meno piacevoli. Ma se pensate alla vostra esperienza passata potrete concordare con me nel dire che è possibile provare in modo ricorrente una emozione ma, a meno che non ci sia in una condizione psicopatologica, le emozioni passano e lasciano il posto ad altri pensieri ed esperienze mentali.
  1. Tutte le emozioni hanno uno scopo adattivo, che siano piacevoli oppure no. Pensare di escludere delle emozioni dalla propria esperienza oltre ad essere impossibile può risultare dannoso a lungo termine. Le emozioni represse o negate, le emozioni che non vengono accolte dalla nostra conoscenza possono creare dinamiche interne disfunzionali. Il rischio è che possano emergere in modo dirompente o incontrollato o prendendo altre vie di espressione (somatizzazioni, disturbi del sonno, sintomi di diverso tipo etc etc )
  2. Sviluppare la capacità di sentire le emozioni, riconoscerle e accettarle è un ottimo strumento per nutrire la nostra capacità di essere resilienti.
  3. Tutti gli esseri umani fanno esperienza di tali meccanismi. Tutti gli esseri umani provano le stesse emozioni con modalità e intensità diverse. Questa universalità ci permette di fare ipotesi su cosa sta provando un altro essere umano. Questo meccanismo è la base della nostra empatia.
  4. Nonostante questi punti in comune ogni essere umano è diverso, ha propri meccanismi di difesa, necessità e vissuti. Considerare l’altro solo come funzionale al nostro benessere emotivo è un errore. Bisogna invece considerare come naturale la non perfetta coincidenza degli stati d’animo, il naturale diritto di ciascuno di vivere le proprie emozioni e stati d’animo. La necessità di ciascuno di condividere e allo stesso tempo di vivere in solitudine alcuni momenti o pensieri. Questo diventa ancora più importante in momenti in cui inevitabilmente siamo a stretto contatto con gli altri: quando per lavoro si trascorre tanto tempo in ufficio, nei periodi di festa in cui le famiglie si riuniscono, durante un viaggio o una vacanza in gruppo. Questo è vero, a maggior ragione quando la convivenza forzata è causata della quarantena o dai provvedimenti di contenimento dell’Emergenza Covid-19.

Qualche consiglio

E’ sempre utile quindi notare, accogliere e cercare di vivere le emozioni come un fenomeno psichico che nasce dal profondo delle nostra mente sapendo che avrà un inizio e una fine, indipendentemente dalla loro qualità positiva o meno piacevole.

Imparare inoltre a riconoscere e accogliere le emozioni ci mette nella condizione di poter comprendere quali azioni compiere nell’immediato, oppure no, per prenderci cura di noi stessi.

Valutare le conseguenze delle nostre azioni a medio e lungo termine rientra nelle capacità fondamentali da sviluppare per essere resilienti.

La resilienza è infatti la capacità umana di rimanere a contatto con le esperienze che viviamo senza rimanerne a lungo sopraffatti o danneggiati. Questo rimane valido non solo dal punto di vista psichico ma anche fisico. La resilienza si basa sulla capacità di accogliere e accettare pensieri, emozioni e implicazioni interne della realtà che viviamo attingendo a tutte le nostre risorse per costruire e tutelare il nostro benessere psicofisico a lungo termine.

Dott.ssa Maria I. Trecca

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