Accenni all’elaborazione del lutto

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Una delle esperienze più dolorose da affrontare nella vita è la perdita di qualcuno. Elaborare un lutto è qualcosa di molto doloroso. Si tratta di un processo che richiede un grande impegno emotivo e il lavoro di meccanismi inconsci raffinati.

E’ inutile andare a classificare chi abbiamo perso come qualcuno di importante. Se infatti sentiamo di aver “perso qualcuno” quel qualcuno era per noi importante senza alcuna ombra di dubbio.

Ci colpiscono emotivamente solo le cose a cui diamo valore e se pensiamo di aver vissuto una perdita questo ci racconta tanto del legame che avevamo con chi abbiamo perso.

Possiamo provare emozioni contrastanti nei confronti di una persona e magari non esserne consapevoli, ma quando dobbiamo inevitabilmente dire addio a qualcuno ci troviamo a confronto con tutto.

Con l’assenza, con la mancanza, con la rabbia, con l’amore, con l’odio e con tutto ciò che faceva parte di quel rapporto senza che ne fossimo consapevoli.

Alle volte, esplorare quello che non avevamo colto dei nostri legami proprio quando non possiamo più recuperare, o dire all’altro quello che proviamo, è l’aspetto più doloroso.

Alle volte può essere ancora più doloroso perdere qualcuno con cui avevamo un rapporto difficile. Questo accade per via della complessità dei rapporti umani.

Cosa implica elaborare un lutto?

Elaborare una lutto richiede tempo e un sofisticato lavorio psichico che anche quando procede nel miglior modo possibile ci mette a contatto con emozioni difficili da vivere.

Il dolore, la tristezza, la paura, la rabbia, la disperazione, l’angoscia.

Parliamo di qualità dell’esperienza emotiva difficili da contattare e da tollerare ma assolutamente adeguate, soprattutto quando si vive una perdita.

Nell’elaborazione di un lutto la mente, in più momenti e con modalità diverse nel tempo torna, a queste emozioni per digerirle a piccole dosi mentre continuiamo ad elaborare quello che è accaduto.

I tempi e le modalità di elaborazione di una perdita sono assolutamente personali. Tuttavia è molto comune che si passi attraverso momenti in cui la perdita viene negata, a momenti di dolore profondo o al contrario a momenti di distanziamento emotivo dall’accaduto.

Un lutto può dare luogo a una condizione critica dal punto di vista psicologico non quando è doloroso ma quando queste diverse fasi, o momenti dell’elaborazione, diventano fisse o se una modalità prevale su tutte le altre per periodi molto lunghi. Il rischio più grande si ha quando il dolore della perdita viene assolutamente negato. Accade per esempio quando non ne parliamo mai con nessuno, non ci ritroviamo a pensarci, allontaniamo costantemente le emozioni negative.

Elaborare un lutto per la perdita di parti di noi.

Subire un lutto in realtà rappresenta la perdita più grande che si possa vivere dal punto di vista psichico, ma le stesse dinamiche, con modalità ed intensità diverse entrano in gioco anche davanti a cambiamenti di vita.

Può succedere quando il cambiamento che viviamo ci priva di qualcosa che aveva per noi una funzione psicologica importante.

Può accadere per esempio per la rottura di un rapporto o per la necessità di lasciar andare un progetto o un sogno, o magari quando dobbiamo accettare dei cambiamenti grandi nella nostra vita a cui non eravamo pronti (perdita del lavoro, cambio di città o casa, eventi traumatici di diverso tipo).

Alle volte non si riesce bene ad individuare cose sia andato perduto ma la persona vive emozioni tipiche della perdita pur non riuscendo a rintracciarne i motivi. In questo caso può essere molto utile chiedere supporto ad uno psicologo o psicoterapeuta.

Elaborare la perdita ai tempi del COVID

Durante la Pandemia molte persone hanno perso qualcuno di caro. In molti casi le regole del distanziamento sociale ci hanno costretto a rinunciare anche in questi momenti all’esperienza di vicinanza fisica degli affetti che solitamente aiutano nel vivere queste esperienze dolorose.

Per alcuni non c’è stata neanche la possibilità di vivere quei particolari rituali, modalità presenti nella nostra cultura, che svolgono una importantissima funzione psicologica. Pensate al momento del funerale, a tutte quelle cose concrete che per quanto dolorose sono utili alla mente per avere un punto da cui partire per elaborare l’assenza.

Anche nell’affrontare la malattia di una persona cara sono mancati dei passaggi importanti che per quanto dolorosi sono fondamentali per avviare e sostenere dei processi di elaborazione di quello che è accaduto.

Pensate alla possibilità di andare a trovare in ospedale una persona cara che sta molto male. Oltre al conforto che si da a chi sta male è qualcosa che ad un livello profondo ci prepara anche psicologicamente ad una eventuale perdita quando purtroppo le condizioni di salute peggiorano.

Non bisogna confondere il dolore o la tristezza provati a causa di una perdita con le emozioni legate ad uno stato depressivo propriamente detto. Sono emozioni naturali, che hanno diritto di esistere al pari delle emozioni più piacevoli. Soffrire per la perdita di qualcuno non è una “malattia da curare” ma una naturale esperienza del vivere, necessaria per elaborare un lutto.

Alle volte le esperienze di lutto sono più complicate da elaborare e allora richiedono uno spazio specifico in cui poter supportare i naturali processi che la mente usa per elaborare l’accaduto.

In alcuni casi un lutto complicato può dar vita a vissuti depressivi che è necessario accogliere ed affrontare con l’aiuto di un professionista.

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